SEO copywriting, quali sono gli “hacks” e i consigli per una scrittura SEO perfetta, che dia risultati e che possa davvero rispondere alle richieste degli utenti e alla loro sete di informazioni?

Abbiamo già affrontato il SEO dal punto di vista tecnico: quali sono i fattori SEO on-site da tenere sotto controllo giorno dopo giorno per fare business SEO col nostro sito web aziendale, abbiamo poi scoperto come indicizzare al meglio su Google le pagine del nostro sito, in pochi passaggi. E ancora, abbiamo scoperto affinità e differenze tra strategie SEO e pay-per-click ed analizzato alcune situazioni in cui è bene preferire l’una piuttosto che l’altra.

Oggi faremo un passo oltre le nozioni SEO tecniche, e vedremo alcuni consigli e stratagemmi per scrivere un articolo SEO perfetto. Accanto ai requisiti base di scrittura – ortografia, sintassi e grammatica che restano importanti anche per il punteggio SEO di un contenuto online, e vanno pertanto curati – esistono principi esclusivi da applicare all’approccio SEO alla scrittura: alcuni potranno risultare noti e banali, altri invece contro-intuitivi, a meno che non ci impegniamo a vedere il mondo dal punto di vista dell’ottimizzazione per motori di ricerca, a “pensare come Google”.

Insomma, a pensare SEO.

Pensiamoci: al contrario di oggi, prima dell’era digitale l’atto d’acquisto di un contenuto di scrittura (un libro, un giornale) avveniva prima che il cliente avesse avuto accesso a tali contenuti, per lo meno non in modo completo (comprereste mai un libro solo dopo aver avuto la possibilità di leggerne metà senza pagare?). Naturalmente, la cura del prodotto è sempre stata centrale: immaginiamo la rabbia nell’acquistare un contenuto a scatola chiusa, magari su consiglio, e scoprire che questo non soddisfa alcun tipo di nostra esigenza, materiale o estetica che sia, nonostante le premesse (e le promesse!).

Ciò che in un’epoca precedente aveva meno importanza rispetto ad oggi era la necessità di catturare immediatamente l’attenzione dell’utente: un po’ per via dei ritmi di vita più lenti, un po’ per la differenza di fruizione del contenuto.

Eh bien, mon prince, Gênes et Lucques ne sont plus que des apanages, proprietà de la famille Buonaparte. Non, je vous préviens, que si vous ne me dites pas que nous avons la guerre…”. Facendo un esempio un poco ardito, potrei garantirvi che se avessi iniziato in questo modo il mio articolo, pochi lettori sarebbero oggi proseguiti oltre. Eppure, questo è l’incipit di una delle opere letterarie più celebri di tutti i tempi: “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj. Tale esempio, estremo quanto semplice, ci aiuta però a focalizzare il cambio di paradigma necessario ad affrontare la scrittura SEO.

Oggi, la scrittura è uno strumento potente e organico per portare un utente a convertire, a compiere un’azione (un acquisto, un click su un link, una recensione, un commento…) sul nostro sito web, è diventata un mezzo per arrivare ad un fine, e l’ultima “porta” attraverso cui l’utente dovrà passare prima di compiere la sua scelta.

Meglio fare in modo che quest’ultima porta sia larga e confortevole, che permetta all’utente di vedere cosa vi sarà oltre, e che lo soddisfi mentre la “attraversa”.

I consigli per un SEO copywriting perfetto: ecco cosa c’è da sapere

Oggi abbiamo a portata di click una mole infinita di informazioni, e di “fornitori” di tali informazioni, in lotta in un campo fortemente competitivo in cui i contenuti tendono ad assomigliarsi. L’abbondanza senza precedenti e la velocità di accesso a tali informazioni ha avuto l’effetto di abbassare ai minimi il tempo di fruizione per singolo contenuto di ogni utente, e per converso il tempo a nostra disposizione per catturare l’utente, e per fare in modo che non ci lasci per passare al contenuto successivo con un click (un problema che Tolstoj non ha mai avuto!).

Oggi, su internet non si legge. Si scorrono pagine, si leggicchia, si fa “skim reading“.

Sapevate che il tempo medio di visualizzazione di un contenuto di testo online è di circa 15 secondi? Il lettore medio, che non ha tempo da perdere ed una montagna di informazioni a disposizione, ci concederà poche righe di attenzione prima di passare ad altro. Poche righe in cui ci giocheremo molto, in cui dovremo promettere all’utente di saper rispondere a tutti i suoi dubbi e domande, una promessa che dovremo mantenere più avanti nel discorso.

Ok, hai la mia attenzione…

Scrivere su internet e per internet ci costringe all’immediatezza. Quindi la creatività viene sacrificata in nome dell’omologazione? Niente affatto, quel che dobbiamo fare è portare fino in fondo chi ha cliccato sul nostro contenuto, un lavoro estremamente creativo e di cui vedremo alcuni esempi più avanti. Il bravo SEO copywriter conosce la sottile linea tra semplice click baiting ed arte del “pescare” un utente che conti, che abbia più possibilità di convertire il suo click.

Col primo metodo, lo attireremo con false promesse e con l’inganno. Col secondo, lo terremo abilmente sulla corda e attento fino alla fine, come nel migliore dei racconti!

I metodi di scrittura SEO comprendono elementi tecnici, come l’uso corretto di titoli e sottotitoli (H1, H2, H3 etc), di elenchi puntati, sommari o indici ad inizio testo (table of contents, come quelli di Wikipedia), o ancora l’uso sapiente di grassetti, capoversi e persino di un font adatto. E veri e propri “trucchi” per rendere il nostro testo scorrevole e interessante da leggere.

Eccovi dunque alcuni consigli di SEO copywriting da provare subito!

1 – Attirate l’attenzione

Per agganciarsi, occorrono punti ove agganciarsi. I sottotitoli al nostro testo sono il punto migliore per il nostro lettore, che scorrerà la pagina in cerca di quell’informazione che sta cercando. Saper separare il nostro testo con dei sottotitoli che siano rilevanti, che introducano in modo chiaro il contenuto del paragrafo, e che costituiscano una corda logica lungo cui il lettore potrà salire e scendere a piacimento è una delle tecniche più importanti.

Guardiamo ai nostri sottotitoli: soddisfano questi requisiti?

  • sono rilevanti
  • incuriosiscono
  • spiegano il contenuto del paragrafo
  • danno un riferimento di partenza al lettore

Alcune parole nel nostro testo saranno più importanti di altre, e come i sottotitoli serviranno da punti di riferimento per il lettore. Perché allora non usare un bel grassetto? Scegliete con cura le parole da evidenziare, evitate di “grassettare” frasi interminabili, congiunzioni e peggio ancora la punteggiatura (orrore!). Mettete in evidenza solo le parole che volete che il lettore veda subito, e distribuite bene i grassetti.

Quanta porzione di testo devo mettere in grassetto? Non più del 5-10% del totale.

2 – Dovrei usare un indice cliccabile?

Si, per due motivi… più uno.

  • Per prima cosa, non tutti i lettori arrivano sul nostro testo da neofiti, e potrebbero aver bisogno di una singola nozione, o di una rinfrescata. Col nostro titolo ed il nostro link siamo stati in grado di portarlo da noi, perché allora non dargli la possibilità di andare subito al punto che gli interessa? Una sotto-tabella che divida alcune voci particolarmente corpose può essere utile.
  • Per seconda cosa, le table of contents aumentano il punteggio SEO di un articolo. Come? Aumentano il tempo di permanenza su una pagina (dopotutto, l’indice va letto…) ed i crawler di Google li riconoscono come meta-tag e li mostrano nelle anteprime dei link nelle SERP.
  • In più, danno una bella impressione di ordine al nostro pezzo, e nascondono dalla vista quel brutto paragrafo lungo e noioso…

3 – SEO copywriting: rendete leggero il vostro testo

Niente scoraggia di più il lettore che un corpo del testo fitto e lungo.

Guardate questo post: di quante righe e composto al massimo un capoverso?

Non più di 4-5, questo è il limite massimo di lunghezza oltre cui il lettore inizierà a saltare frasi e passaggi, ed oltre il quale finirà per andarsene. E noi non vogliamo questo. Il grande scrittore inglese George Orwell (si, quello del Grande Fratello) diceva che su 10 parole, 9 sono da buttare. Eccessivo, ma corretto: così come per un capoverso, anche frasi e periodi troppo lunghi e pieni di subordinate faranno un effetto kryptonite sul lettore. Asciughiamo il testo, evitiamo periodi contorti (soprattutto se non siamo Orwell!) e andiamo al punto. E preferiamo la forma attiva a quella passiva. O meglio facciamo che la forma attiva sia preferita a quella passiva…

nota bene: sulla lunghezza dei capoversi, teniamo conto che l’80% del traffico avviene su smartphone. Un motivo in più per evitare che il lettore visualizzi una colonna infinita di testo sul suo piccolo schermo

4 – Un’immagine vale più di mille parole

Se per spiegare un concetto vi servono o 100 parole o una sola immagine (ed una bella didascalia), usate l’immagine. Sempre. Le immagini saltano all’occhio, sono immediate e spezzano il testo, le immagini sono più efficaci delle parole. (In più, se ottimizzate i tag-alt, Google le leggerà come parole, per cui tanto di guadagnato!).

5 – Occhio al font!

Stiamo scrivendo per professione, e per invitare l’utente a convertire. Il font giusto per l’occasione giusta, e per il tono del nostro testo, non solo servirà a trasmettere tale tono al lettore, ma lo aiuterà a leggere. Un comic sans non è indicato per un testo “serio”, un font sans serif è molto meno scorrevole di un serif, con i suoi grazie (le righette alle estremità) che “legano” le lettere l’una alle altre.

Come dici? C’è un font sans serif che vuoi assolutamente usare? Allora, fallo più grande e visibile.

Come scrivere un articolo SEO perfetto

Il lettore si rivolge a noi con una domanda, spesso il suo problema sembra (e forse lo è) il problema più serio del mondo, talvolta ciò di cui ha bisogno è solo comprensione e empatia. A volte il lettore è una persona che non ha tempo da perdere ed esige una risposta, e non si fermerà davanti a nulla per ottenerla. Altre volte è invece solo curioso.

Perché? Perché siamo esseri umani e la nostra mente non smette mai di cercare una soluzione che la soddisfi ad un problema cui si trova davanti, anche se noi tentiamo di impedirglielo con tutte le nostre forze…

Uno dei “trucchi” SEO che apprendiamo per primi è quello di parlare ai potenziali utenti ponendo loro domande che (come vediamo sbirciando volumi e trend di ricerca) essi si stanno facendo, e presentargli tutte le risposte.

  • Come cambiare la batteria dell’Iphone 7? Ecco la guida completa!
  • Trasferirsi in America: visto e consigli per trovare lavoro negli USA
  • Come fare la pizza fatta in casa, ricetta facile
  • Siti e programmi per scaricare musica gratis

Dopo aver condotto sino a noi l’utente, passeremo per mezzo di testo, sottotitoli, immagini o video ed elenchi a dargli tutte le istruzioni del caso:

  • Primo passo: rimuovi le viti Pentalobe
  • Visti per turisti\non immigranti in America – come aprire un’attività in America
  • Come fare la pasta – come stendere la pasta – i condimenti più buoni

E cosi via. Impostare così il nostro articolo è sufficiente per fare una SEO “pulita”, magari scolastica ma che sicuramente il lettore troverà utilissima per risolvere i suoi dubbi.

Ma c’è di più. Possiamo andare oltre ed usare alcuni facili elementi di psicologia umana a nostro vantaggio, per tenere il lettore inchiodato al nostro testo!

SEO content writing: usate un loop!

Come? Una delle tecniche di scrittura SEO più usata è quella dei loop. Il nostro obiettivo è quello di dare una soluzione ad un quesito dell’utente, ed il modo migliore per risolvere un problema grande è scomporlo in problemi più piccoli. Quante volte, leggendo magari un manuale, avete avuto l’impressione che chi scrive non faccia altro che porvi problemi su problemi senza mai arrivare al punto? Questo accade perché chi scrive – un professionista – vuole scoraggiare chi professionista non è ad entrare nel suo campo. Ovvero, lo vuole spaventare.

Questo accadeva nella “vecchia era” (vedi sopra), quando la conversione dell’utente era già cosa fatta (manuale comprato!).

Oggi, usando una sorta di evoluzione di tale meccanismo, possiamo fare un passo in più. Un metodo di scrittura noto come “bridge model” (modello a ponte) presenta al nuovo utente la situazione ideale che cerca, per poi presentargli per contrasto la situazione tutt’altro che ideale in cui trova (altrimenti non sarebbe qui…), ed infine gli promette di arrivare ad un passaggio tra le due situazioni, tramite un ponte.

Ed il nostro articolo è il ponte!

Tre sono dunque i passaggi:

  • la situazione ideale e desiderata dall’utente (vorresti essere lì)
  • la situazione corrente dell’utente (invece oggi sei qui)
  • la soluzione tra la situazione A e la situazione B (ecco cosa puoi fare per andarci)

Mentre la vecchia manualistica si limitava a spiegarci perché non potevamo fare una certa cosa (costi, spazi, competenze), invitandoci a rivolgerci agli esperti, oggi il lettore sarà soddisfatto e convertirà solo se troverà la sua risposta.

Scrittura SEO: come dare le risposte giuste in una foresta di domande?

Proviamo a scrivere così il nostro articolo SEO: nelle prime righe, presentiamo tutti i vantaggi di una situazione ideale (di avere un sito web ben posizionato, di avere le zanzariere in casa, di avere tanti followers su Instagram). Subito dopo, riportiamo il lettore alla realtà (sito web che non converte, casa invasa dalle zanzare d’estate, poche interazioni e followers) con un poco di empatia che non guasta, e quindi proponiamo l’articolo come la giusta guida per passare dalla situazione corrente a quella ideale, passo dopo passo se il lettore ci seguirà fino in fondo…

Diamo l’impressione al lettore di essere finalmente arrivato nel posto giusto!

Create l’attesa…

Oggi siamo “condannati” a tenere costante l’attenzione del lettore, e per farlo esistono alcuni espedienti linguistici, in cui nella nostra user experience ci imbattiamo ogni giorno.

Quali? Fatemi spiegare…

Uno dei punti critici del nostro articolo arriva quando il lettore ha terminato una sezione o un paragrafo, oppure quando sarà assolutamente necessario per lui proseguire, ma la prossima sezione è di quelle lunghe e noiose, o un poco più tecnica. Come fare per farlo proseguire? Possiamo ricorrere ad una call to action:

vuoi saperne di più? Clicca qui!

A patto di non sembrare troppo aggressivi. Oppure possiamo invogliare il lettore ad andare avanti con alcune formule.

  • Ma non è finita qui!
  • Esatto, hai letto proprio così
  • Ma c’è di più
  • Ecco cosa devi assolutamente sapere
  • Come? Ecco spiegato

La sfida è sapere dove piazzare al posto giusto questi teaser. Possiamo andare a senso, oppure verificare tramite tool come Google Analytics dove gli utenti tendono ad abbandonare la pagina, e cercare di farli restare qui.

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